Monti Ausoni Parco dei Monti Ausoni

IL TERRITORIO DEL PARCO

Con legge regionale 4 dicembre 2008, n. 21 la Regione Lazio ha istituito il Parco Naturale Regionale Monti Ausoni e Lago di Fondi, nato dalla fusione dei Monumenti Naturali di Campo Soriano, Tempio di Giove Anxur, Acquaviva-Cima del Monte-Quercia del Monaco e Lago di Fondi. Con una superficie di 8.768 ettari, il Parco ha come obiettivo prioritario quello di tutelare le sue peculiari risorse ambientali e di promuoverne la valorizzazione: il Lago di Fondi e le zone umide circostanti, le straordinarie formazioni rocciose carsiche di Camposoriano insieme alle ormai celebri Grotte di Pastena, il Tempio di Giove Anxur a Terracina, il Monastero di San Magno a Fondi, la sughereta di San Vito a Monte San Biagio, la più grande dell'Italia peninsulare, i ruderi di Vallecorsa Vecchia sulla Cima del Monte. Quelli ricordati sono solo una piccola parte dei luoghi e degli ambienti che testimoniano quanto il territorio del Parco sia eterogeneo e ricco di emergenze naturalistiche, storiche e culturali. Anche i paesaggi caratterizzano in maniera peculiare il territorio del Parco, dove ancora permangono i segni della millenaria presenza umana legata ad un uso rispettoso delle risorse naturali. Straordinari, in particolare, i panorami che possono essere osservati dalle vette degli Ausoni che si affacciano sul Mar Tirreno: ad ogni ora del giorno lo sguardo può scoprire nuovi e suggestivi scenari. Patrimonio di valori naturalistici, storici, culturali, religiosi ed artistici, ultimo nato nel sistema delle aree protette della Regione Lazio. …quello degli Ausoni e del Lago di Fondi è un Parco tutto da scoprire.

ASPETTI GEOLOGICI

Il territorio del Parco è costituito da un settore montuoso, parte della “dorsale antiappenninica Monti Lepini-Ausoni-Aurunci”, e uno pianeggiante, caratterizzato dal Lago di Fondi. I rilievi hanno altezze modeste (la cima più alta è Monte Calvilli con i suoi 1116 m) e sono di natura calcarea, modellati dalle acque piovane che innescano i processi di erosione carsica e danno vita a paesaggi e morfologie suggestive, come grotte, inghiottitoi, doline, campi carsici e gli hum, il più famoso dei quali è quello di Camposoriano. Il Lago di Fondi, con i suoi 32 km di perimetro e 10 metri di profondità media, anche se attualmente dista 700 m dal mare, è di origine costiera. Alimentato da otto sorgenti pedemontane, è collegato al mare da due canali.

LA FLORA

In ogni stagione dell’anno la flora del Parco regala ai visitatori paesaggi diversi e affascinanti: prati con ricche fioriture primaverili, dorati paesaggi autunnali, boschi invernali innevati, la fresca ombra di una quercia secolare. I boschi più diffusi sono quelli dominati dal leccio, che si associa nei settori più caldi ad altre sempreverdi, come il corbezzolo o i ginepri, o ad elementi più montani (orniello, sorbo, maggiociondolo) sulle cime più elevate. Nelle zone più interne, come Pastena o Vallecorsa, i boschi sono più ricchi di specie caducifoglie (cerro, carpini, aceri) o sono stati sostituiti dai castagneti, come nella zona di Ambrifi, nel comune di Lenola. Di notevole valore è la sughereta di San Vito, a Monte San Biagio, la più estesa dell'Italia peninsulare, con il sottobosco dominato dall'erica bianca. Diffusissime sono le formazioni della macchia mediterranea: i cespuglieti ad Ampelodesmos mauritanicus (stramma), la macchia a mirto, lentisco e fillirea, le garighe di timo o di salvia, i prati in cui domina l'elicriso, che ospitano, tra l'altro numerose specie di orchidee. Le rupi, come quelle di Monte Sant' Angelo e Monte Leano a Terracina, in prossimità del mare, danno rifugio a endemismi o specie tipiche dell'Italia meridionale (Palma nana, Euforbia dendroide, Campanula fragilis subsp. cavolini) e si colorano a primavera con le vistose fioriture della Valeriana rossa. Molto diffuse sono anche le felci, soprattutto all'ingresso delle grotte. Un cenno a parte merita il Lago di Fondi con i canali immissari e i pantani circostanti, che costituiscono un elemento distintivo del Parco, sia per l'unicità degli ambienti (canneti, boschi igrofili, prati semiallagati, vegetazione acquatica sommersa), sia per le numerose specie ad elevato interesse ecologico tutelate anche a livello europeo, come la felce regale e l'ibisco di palude.

LA FAUNA

Il variegato mosaico di ambienti che caratterizza il territorio del Parco, generato dall'alternanza di differenti microclimi e comunità vegetali, crea le condizioni ideali per ospitare un elevato numero di specie animali, in molti casi di grande interesse naturalistico in quanto specie endemiche dell'area mediterranea e dell'Italia peninsulare o ad alto rischio di estinzione. Significativa è la presenza dei mammiferi (volpe, cinghiale, tasso, istrice, riccio, faina, martora, donnola, 15 specie di Chirotteri, comunemente denominati pipistrelli), alcuni dei quali tutelati anche a livello europeo (lepre italica, ghiro, moscardino), e a volte molto rari, come il lupo. L'elemento più appariscente della fauna del Parco è costituito senza dubbio dall'avifauna: censimenti recenti hanno confermato l’importanza e il ruolo del Parco nell’azione di tutela degli uccelli. Studi recenti condotti nell’area del lago di Fondi hanno registrato la presenza di oltre 100 specie tra nidificanti, stanziali e di passo, grazie anche alla particolare posizione dei Monti Ausoni e dalla presenza del Lago di Fondi e di altre zone umide collocate lungo le rotte di migrazione. Ormai è sempre più facile osservare in diverse zone del Parco, e soprattutto nell’area denominata “Laghetto degli Alfieri”, aironi cenerini, garzette, tarabusi, falchi di palude, nitticore ma anche specie più rare come il cavaliere d’Italia, l’airone rosso, la grù, la cicogna, il falco pescatore, il biancone, l’ibis, l’airone bianco maggiore. La presenza di predatori grandi ed efficienti (tra i mammiferi il lupo, la volpe, il tasso; tra gli uccelli i predatori diurni -come cormorani, poiane, falchi- e i predatori notturni -come gufi, barbagianni, allocchi) è favorita dalla ricchezza e varietà di risorse alimentari disponibili, come pesci (cefalo calamita, anguilla, carassio), anfibi (rane, rospi, tritoni e salamandrina dagli occhiali), serpenti (vipera, cervone, biacco, saettone, bisce) e sauri (lucertole, ramarri, luscengole e orbettini), tartarughe (nel Lago di Fondi è ancora presente la tartaruga di palude europea) e numerosissimi insetti richiamati dall'abbondante presenza di acqua o dalle dolci e profumate fioriture primaverili e autunnali dei cespuglietti e dei prati.

ALCUNI SITI DEL PARCO... DA SCOPRIRE

I RUDERI DI ACQUAVIVA

Sulle pendici orientali di Cima del Monte, tra Fondi, Lenola e Vallecorsa si conservano i resti dell’antico insediamento fortificato di Acquaviva, risalente al XI secolo d.C., abbandonato definitivamente nel XVI secolo dopo il saccheggio ad opera dei briganti guidati da Marco Sciapa. Un facile sentiero ad anello conduce ai resti dell'antico insediamento fortificato. Confine tra Stato Pontificio e Regno Borbonico, come testimoniano le caratteristiche colonnine lapidee (cippi) presenti in questo sito, Acquaviva, e la sottostante Valle di Sant’Agata, hanno ospitato durante la Seconda Guerra mondiale numerosi sfollati tra cui l’illustre scrittore Alberto Moravia, che ha descritto questa incantevole collina panoramica nel suo celebre romanzo “La Ciociara”, dal quale è stato tratto l’omonimo film interpretato da Sophia Loren. Da Acquaviva e dal crinale di Cima del Monte si gode di un magnifico panorama che si apre a Sud sulla Piana di Fondi e a Nord sulla valle dominata dal paese di Vallecorsa.

CAMPOSORIANO

Suggestiva zona zona montuosa a ridosso del comune di Terracina, caratterizzata dalla presenza di un’area carsica, dove le rocce calcaree hanno assunto nei secoli grazie all'azione dell'acqua forme straordinarie. Numerose le forme carsiche di superfice come le doline, i campi carreggiati, gli hum, tra cui la cattedrale o Rava di San Domenico, un enorme spuntone calcareo alto 15 metri che svetta tra vigneti e uliveti. Boschi di querce sempreverdi e caducifoglie, estesi lembi di macchia mediterranea, garighe e prati, ricchissimi di specie animali e vegetali, fanno da cornice al pianoro e nascondono inghiottitoi carsici e gli ingressi di numerose grotte, tra cui la chiavica di Zi’Checca, con i suoi 110 metri di profondità.

IL TEMPIO DI GIOVE ANXUR

Sito archeologico di importanza nazionale, posto lungo il percorso dell'Appia Antica, è un tempio romano costruito intorno al II sec a.C. L'area su cui sorgono il tempio e gli edifici annessi è collocata su una falesia a picco sul mare di Terracina, da cui si abbraccia un panorama straordinario caratterizzato dal promontorio del Circeo e all’orizzonte, sul mare, dall'arcipelago delle Isole Pontine.

IL LAGO DI FONDI

Fra l'una e l'altra riva sembra il lago/d'argento un lungo nastro, e da lontano/il chiaror del cielo si riflette/ sulla distesa d'acqua trasparente”. Così descriveva il Lago di Fondi il poeta fondano Giuseppe Incalicchio, celebrando la particolarità della sua forma e la bellezza di un paesaggio dalle infinite sfumature. Una piacevole passeggiata a piedi o a cavallo lungo le sue sponde permetterà di apprezzare la natura di questa importante zona umida.

IL MONASTERO DI SAN MAGNO

Il complesso monastico di san Magno, edificato sopra l'omonima sorgente, di cui si hanno notizie a partire dal VI secolo d.c., è costituito dall'edificio adibito al culto (articolato in tre chiese di epoche diverse poste su tre livelli), da una foresteria, da un mulino ad acqua. Scrigno di storia, arte pittorica e architettura, è stato un punto di riferimento per la comunità religiosa monastica fino al XVIII secolo. Abbandonato per circa 200 anni, è stato ristrutturato recentemente dalla Regione Lazio ed oggi il monastero è luogo spiritualità, di fraternità, di accoglienza e di eventi culturali.

LE GROTTE DI PASTENA

Le Grotte di Pastena, scoperte nel 1926 dal barone Carlo Franchetti, sono tra i maggiori complessi speleologici della nostra penisola e consentono di ammirare, attraverso un percorso turistico, le forme del carsismo sotterraneo: maestose e suggestive sale, stalattiti, stalagmiti e colonne dalle forme bizzarre, laghetti e fragorose cascate, rendono la visita alle grotte un'esperienza emozionante.

LA SUGHERETA DI SAN VITO

La più importante ed estesa sughereta dell'Italia peninsulare, estesa su circa 300 ha ai piedi di Monte Calvo nel comune di Monte San Biagio, è un bosco ad alto fusto in cui, tra gli esemplari più giovani, si ergono maestosi alberi centenari, monumentali, talvolta dalle forme strane e contorte, tali da ispirare curiose leggende. Il bosco di sughera è ancora oggi utilizzato per l'estrazione della preziosa corteccia, il sughero.