Monti Aurunci Parco naturale dei Monti Aurunci

Il Parco Naturale dei Monti Aurunci, istituito nel 1997 con L.R. n°29, si estende per circa 20000 ettari di territorio compreso in una fascia altimetrica che va da circa 30 m. slm, nella Valle Sant’Andrea a Fondi, fino a quota 1533m slm della sua cima più alta, il Monta Petrella, posta a poca distanza dalla costa. Il gruppo montuoso degli Aurunci si caratterizza per la varietà degli ambienti e dei paesaggi, quelli brulli e tipici dell’ambiente mediterraneo esposti verso il mare e quelli rigogliosi e fitti verso l’interno e a quote più alte. Comprende parte del territorio di 10 comuni: 4 in provincia di Frosinone (Ausonia, Esperia, Pico, Pontecorvo); 6 in provincia di Latina: Campodimele, Formia, Fondi, Itri, Lenola, Spigno Saturnia. Fa parte del sistema delle aree naturali protette del Lazio, che conta circa 50 aree tra Parchi, Riserve E Monumenti Naturali. Flora: Il territorio del Parco racchiude una grande varietà di ambienti, ciascuno caratterizzato da un particolare tipo di vegetazione. Faggete sono presenti sulla vetta del Monte Faggeto e sui versanti settentrionali del Monte Petrella o a Fossa del Lago dove si può ammirare uno degli esemplari più maestosi di faggio del Parco. Nel sottobosco si possono apprezzare l'agrifoglio e la dafne della faggeta. Il pianoro di Valle Gaetana è caratterizzata da secolari alberi di cerro e piante di mele e pere di dimensioni considerevoli. I castagni accolgono il visitatore all'inizio di Campo di Venza, mentre i boschi di roverella, con il sottobosco arricchito dall'endemica olivella, fanno da cornice al pianoro di Sant'Onofrio e a quello di Valle Vona. Vanto e simbolo del Parco sono le circa 50 specie di orchidee, alcune delle quali costituiscono degli endemismi:appariscenti come la Serapide cuoriforme (Serapias cordigera) e l’orchidea maggiore (Orchis purpurea), bizzarre come l’uomo nudo (Orchis italica) e la ballerina (Aceras anthropophorum), imitatrici di insetti come l’Ophys bombyliflora.

Fauna: L'eterogeneo paesaggio del Parco dei Monti Aurunci costituisce l'ambiente ideale per diverse specie animali. In primavera, i prati, i boschi e le aree coltivate sono animati da una moltitudine di insetti e farfalle comuni sui versanti di Monte Altino e Monte Revole. Il settore meridionale del Parco è crocevia delle importanti rotte migratrici primaverili e rappresenta un punto di sosta per molti uccelli migratori, come il rigogolo, il cuculo e le rondini. Nel silenzio della notte si ode il canto ricco e forte dell’usignolo e il grido monotono del succiacapre. ma anche il verso di rapaci come la civetta, il gufo e il barbagianni, l'assiolo e l'allocco. Diversi sono i rapaci diurni come il falco pellegrino e la poiana che nidificano preferibilmente sui versanti scoscesi di Monte Sant'Angelo e Monte Fammera. Anche il lupo (Canis lupus), ormai da qualche anno, è tornato a segnalare la sua presenza nelle zone più selvagge del parco, come l’area del monte Petrella a 1500 m slm. Tra i mammiferi ricordiamo, inoltre, l’istrice, il tasso, il ghiro e il misterioso gatto selvatico (Felis silvestris). Degna di nota è anche la presenza nell’area parco di 19 specie di Chirotteri, più del 60% delle specie italiane e del pony di Esperia, già conosciuto come “cavallino di Esperia”, il quale è stato riconosciuto come razza standard locale. Per concludere questo nostro viaggio tra gli animali del parco possiamo avvicinare le fresche pozze d’acqua delle sorgenti di cui sono costellate i Monti Aurunci, luogo d’incontro degli anfibi, legati in modo indissolubile all’ambiente acquatico e per questo vulnerabili a causa della fragilità dei loro habitat: tritoni (Triturus vulgaris, T. italicus, T. carnifex), salamandrine dagli occhiali (Salamandrina perspicillata) e rospi (Bufo bufo).

Il Paesaggio: Il territorio del Parco offre continue emozioni e propone al turista, all'escursionista o all'appassionato naturalista, incontri sempre speciali con la natura, la storia e le tradizioni. Per vie scoscese, tornanti, strade che solcano la montagna si penetra in un paesaggio eterogeneo, volubile, erto e brullo, selvaggio e rigoglioso, digradante fino al mare e issato su costoni di roccia abbellita da grotte e doline. Il Parco dei Monti Aurunci non è solo natura, ma anche storia, cultura e tradizioni che costituiscono la peculiarità di un territorio che conserva inalterato il proprio fascino. Grazie all'estrema ospitalità degli abitanti del comprensorio e alla genuinità dei prodotti tipici i dieci paesi che compongono il mosaico dei Monti Aurunci sono tutti da visitare.

L’opera dell’uomo (interazione tra uomo e territorio)

L’Appia antica:Il tratto di Appia presente nel territorio del Parco, completamente abbandonato dopo la seconda guerra mondiale e solo di recente recuperato, si trova tra Itri e Fondi nella valle di Saqnt’Andrea. Della struttura originaria della strada si può ancora ammirare il lastricato di basoli, il muro ad opera poligonale che sostiene il tracciato e il basamento dell’antico tempio dedicato ad Apollo, sviluppato su una serie di terrazzamenti contenenti grandiose cisterne.

Il Monumento Naturale Mola della Corte – Settecannelle – Capodacqua: l’area Protetta, ricade interamente nel Comune di Fondi, ha un’estensione di circa 4 ettari e si caratterizza per la presenza di un bosco igrofilo con vegetazione acquatica natante e sommersa. Il sito, pur con profonde trasformazioni, rappresenta un lembo residuo della vegetazione degli ambienti umidi in cui specie rarefatte possono trovare rifugio. Nel laghetto ci sono degli isolotti su cui si sviluppano piccoli boschetti di Ontano nero e Frassino meridionale.

La Statua di San Michele Arcangelo: la localizzazione della cappella dedicata a San Michele Arcangelo alle pendici di Monte Altino è legata ad un antico racconto popolare secondo il quale fu la statua stessa del Santo ad indicare il luogo in cui voleva essere venerata. Collocata originariamente in una grotta lungo il litorale di Gianola, pare che la Statua, risentita per il linguaggio poco pio dei marinai dell’epoca, migrò sul Monte San’Angelo per poi spostarsi su Monte Altino, in una cavità della roccia rivolta ad occidente. Da allora tutti gli anni, nell’ultima domenica di giugno una solenne processione accompagna la Statua in piperino nero nella chiesetta in montagna e viene riportata a Maranola il 29 settembre.

Il Monumento naturale di Montecassino: nella zona protetta ricadono l’antica Abbazia di Montecassino, la rocca Janula, il teatro e l’Anfiteatro romano, il sacrario militare del cimitero polacco. La storia antica e recente non è passata silenziosamente in queste zone di grande valore spirituale, ma anche di notevole importanza strategico-militare. Gli ultimi eventi bellici hanno contrassegnato fortemente la zona di Montecassino, tanto che, percorrendo le strade e i sentieri si ha l’impressione di rivivere la Storia. Il massiccio carbonatico di Monte Cairo di cui è parte il territorio del monumento di Montecassino è ricco di grotte e doline carsiche tipiche della catena appenninica. Le acque meteoriche, responsabili di questo fenomeno, alimentano le sorgenti del fiume Gari, visibili presso la Villa comunale di Cassino